Un attacco di panico consiste in una esperienza davvero negativa e fonte di ansia, sia per chi la vive, sia per chi è chiamato ad aiutare il soggetto colpito.
Con il termine ‘attacco di panico’ indichiamo un attacco di ansia fuori controllo, che la persona colpita, quindi, non riesce a gestire. L’ansia diventa enorme, e per un lasso di tempo breve-medio (circa 20 minuti) la persona sperimenta una fortissima sensazione di ansia con ripercussioni anche sul lato fisico.
In generale, le persone che subiscono un attacco di panico possono sperimentare sensazioni come paura di morire, aumento del battito cardiaco, claustrofobia, paura di perdere il controllo e di impazzire, sensazione di depersonalizzazione (ovvero di uscire da sè stessi). Si sperimenta un forte malessere, sia fisico che mentale, connesso ad agorafobia. L’attacco di panico insorge improvvisamente e anche senza che vi sia una apparente causa scatenante, può durare 15-20 minuti ma chi lo vive ha la sensazione che duri molto più a lungo.
Il disagio è fisico e mentale, con una forte sensazione di vulnerabilità che permea anche dopo la fine dell’attacco. I sintomi fisici possono comprendere brividi, tremate, formicolio, nausea, sensazione di svanire e di perdere il controllo, tachicardia, fame d’aria, dolore al petto e addome.
Oltre a ciò, si possono sperimentare senso di irrealtà, paura di morire, paura di impazzire e di perdere il controllo. Come gestire un attacco di panico? Come aiutare una persona con attacco di panico? In una situazione del genere, ci si può sentire impotenti e non sapere come aiutare l’altra persona.
Ecco qualche consiglio che può tornare utile su come aiutare una persona con attacchi di panico.
Aiutare chi soffre di attacco di panico: come fare
- Saper riconoscere i sintomi. Se non si riconoscono i sintomi di un attacco di panico, si potrebbe credere che la persona stia avendo un malore o comunque una patologia fisica come un infarto. Non bisogna farsi prendere dal panico: riconoscere l’attacco di panico è il primo passo per gestirlo correttamente senza aumentare la tensione, anche per la persona che lo subisce.
- Cercare di parlare usando sempre un tono di voce che sia il più rassicurante possibile. Non utilizzate mai frasi che possono spaventare la persona che soffre di un attacco di panico o farlo sentire incompreso, come ‘è tutto nella tua testa’ oppure ‘smettila di esagerare’. Usate semplicemente un tono che lo tranquillizzi senza farlo vergognare o sentire solo.
- Cercare di utilizzare il più possibile empatia con la persona che soffre di attacco di panico. Una frase come ‘sono qui con te finché non passa’ può essere d’aiuto e far sentire la persona supportata in questo momento oggettivamente difficile.
- Chiedere direttamente alla persona colpita se desidera che facciamo (o non facciamo) qualcosa, ad esempio alcune persone possono desiderare il contatto fisico, che gli si stringano le mani e via dicendo.
- Aiutare la persona che soffre di attacco di panico, se fisicamente prova freddo (o caldo) in modo da metterlo più a suo agio possibile.
- Non discutere, evitare di fare pressioni, discussioni, e non offendersi se la persona colpita da attacco di panico diventa un po’ scortese o vi allontana in malo modo. Si tratta di un comportamento strettamente collegato alla situazione che sta vivendo in quel momento.
- Aspettare assieme alla persona che sta subendo l’attacco di panico, che il momento passi. In genere in massimo 20 minuti l’attacco si risolve. Meglio aspettare, vicini o a distanza, come la persona preferisce.
- Farsi aiutare da uno specialista. Un attacco di panico non è la fine del mondo ma è la spia di un malessere che bisogna trattare. Per questo, un grandissimo aiuto nei confronti della persona che soffre di attacco di panico è spingerlo a parlare con un professionista, magari proponendosi di accompagnarlo.