Sovrappeso e obesità si sconfiggono salendo su e giù dai mezzi pubblici. È l’effetto a catena osservato da un team di ricercatori dell’University of Illinois a Urbana-Champaign e del Georgia Tech, che hanno messo a confronto e analizzato dati della popolazione americana del 2001 e 2009 di 45 stati. Scoprendo così che l’aumento dell’utenza dei trasporti pubblici di un solo punto percentuale è associato a un tasso di obesità più basso di oltre 0,4%.
Il vantaggio in termini di salute potrebbe dunque valere il prezzo del biglietto, anche in città come Milano dove è stato annunciato, fra le polemiche, un aumento del costo dei ticket. «Optare per muoversi con i mezzi pubblici piuttosto di guidare crea opportunità per fare esercizio fisico che altrimenti non esisterebbero», avverte Sheldon Jacobson, coautore dello studio pubblicato su Transportation Research Part A: Policy and Practice. «Invece di uscire da casa e salire sulla propria auto per arrivare presto a destinazione, chi sceglie i trasporti pubblici deve camminare prima fino alla fermata di partenza e poi dalla fermata di arrivo fino alla propria meta».
«Il nuovo lavoro permette di controllare meglio fattori che potrebbero altrimenti influenzare l’analisi», chiarisce Douglas King, anche lui tra gli autori dell’indagine. «E visto che gli ultimi dati considerati risalgono al 2009, sarà interessante vedere come il più recente avvento di Uber e di programmi di bike-sharing influenzeranno questo tipo di analisi in futuro». La ricerca, conclude Jacobson, suggerisce che investire nel trasporto pubblico può offrire opzioni di spostamento più efficienti che non solo aiutano l’ambiente, ma possono anche portare benefici pe la salute pubblica.