Sono gli incubi notturni e gli attacchi di pavor nocturnus i due disturbi del sonno più diffusi tra i bambini di 2-12 anni, che tuttavia tendono a scomparire con la crescita. «Il terrore (pavor) - spiega Italo Farnetani, ordinario di Pediatria alla Libera Università Ludes di Malta - insorge durante il sonno, nella prima metà della notte: il bambino si solleva dal letto con pianti e urla, spesso con occhi sbarrati ma senza vedere chi ha di fronte. In effetti sta ancora dormendo, si trova nella fase del sonno non-REM, e il mattino dopo non avrà memoria di ciò che è accaduto».
Inutile cercare di svegliarlo, «mentre se si tenta di consolarlo - aggiunge il pediatra - di solito reagisce con maggior terrore. L’attacco può durare da pochi minuti ad oltre mezz’ora. Bisogna dire, però, che si tratta di qualcosa di diverso da un incubo o da attacchi di sonnambulismo: il bimbo in realtà sta ancora dormendo. Ecco perché, per tranquillizzarlo, può essere utile parlargli dolcemente per aiutarlo a calmarsi e a riprendere a dormire tranquillamente. Al contrario l’incubo si manifesta nella seconda parte del sonno, quella in cui si sogna. È in effetti un sogno pauroso spaventoso, che porta il bambino a svegliarsi in preda al terrore, con pianti e grida. In questi casi il piccolo va coccolato e rassicurato, abbracciato e aiutato a rilassarsi per poter riprendere il sonno bruscamente interrotto».
Quando gli episodi sono sporadici non ci si deve allarmare, e il bambino va in tutti i casi sempre rassicurato. In genere dopo i 12 anni i disturbi tendono a risolversi da soli. In caso di dubbi o episodi ripetuti, conclude l’esperto, è bene parlarne con il pediatra di famiglia.