Vacanze agli sgoccioli per la stragrande maggioranza degli italiani, la cui pelle è stata messa a dura prova da sole, vento, mare e salsedine. L’abbronzatura sbiadisce e la pelle tende a diventare secca, disidratata e punteggiata di macchie, normali campanelli d’allarme che indicano lo stress subito dalla nostra cute sotto i raggi solari.
«A settembre, nella lista dei buoni propositi, è bene dedicare spazio alla cura di sé per rimediare ai danni provocati dal sole. E perché no, anche per pensare già alla prossima estate e arrivarci meglio preparati», spiegano Raffaele Rauso e Pierfrancesco Bove, chirurghi plastici del network Chirurgia della Bellezza®. In linea con la loro filosofia, ecco 5 consigli da parte dei due esperti per i trattamenti cui sottoporsi dopo le ferie estive.
1.Mai dimenticare che il sole è la principale causa d’invecchiamento della pelle. «Non solo è necessario proteggere sempre il viso, anche d’inverno, con la protezione solare, ma bisogna anche tener presente che l’abbronzatura dura qualche mese e i segni che lascia sulla pelle sono permanenti. Per questo è necessario sottoporsi a trattamenti specifici per reidratare l’epidermide e cercare di ridurre al minimo gli effetti collaterali dell’estate».
2.Il trattamento consigliato per il ritorno dal mare è la bioristrutturazione dermica con plasma ricco di piastrine (PRP). «È una tecnica innovativa non invasiva che consiste nell’infiltrazione di plasma ad alto contenuto piastrinico, che stimola e attiva i fibroblasti della cute, cellule che producono fibre di collagene. La bioristrutturazione con PRP è una valida alternativa alle classiche vitamine, che richiedono invece trattamenti piuttosto frequenti (una volta ogni 1-2 settimane). Il trattamento richiede infiltrazioni a tempi sempre più distanziati: dopo la prima seduta, che dura circa 20-30 minuti, si aspettano 40 giorni per la successiva e poi 3 mesi, fino ad arrivare a 2 sedute annuali che di solito si effettuano a settembre-ottobre e ad aprile-maggio».
3.Per ripristinare lo stato della cute già rovinata, molto utili sono le tecnologie come la radiofrequenza frazionata ad aghi e il needling. «Si tratta di metodiche che hanno lo scopo di ripristinare lo stato della cute inducendo un trauma "calibrato" che indurrà la riparazione dei tessuti danneggiati. Non è necessaria la degenza, ma servono più sedute della durata di 30 minuti da effettuarsi a distanza variabile (da 2 a 6 settimane inizialmente) in base al tipo di cute, all’intensità del trattamento e di inestetismo da trattare. Dopo il trattamento si può notare un leggero arrossamento e, solo in alcuni casi, possono comparire piccole crosticine camuffabili con il make up».
4.La medicina estetica è un ottimo alleato per il ringiovanimento, ma non fa miracoli. «Il chirurgo plastico è la persona che può suggerire al paziente quale strada migliore seguire. Oggi i pazienti preferiscono i trattamenti di medicina estetica che sono meno invasivi, ma bisogna avere chiaro in mente il risultato che si vuole raggiungere. Se una paziente di 60 anni vuole la pelle più morbida e compatta, le si spiega che un lifting le permetterebbe di ringiovanire. Ma se quello che cerca è un trattamento per "sentirsi curata", anche la medicina estetica può essere sufficiente. L’importante è rivolgersi a un esperto serio, per evitare di illudersi con false promesse e spendere soldi inutilmente».
5. Settembre è il mese giusto per pensare a rimettersi in forma in vista della prossima estate. «Spesso, in spiaggia o con i vestiti più corti e scollati, molte donne non si sentono a loro agio con il proprio corpo. Per questo settembre è il mese ideale per programmare da subito la rimessa in forma: per esempio con 2 cicli di carbossiterapia annuali, uno verso ottobre-novembre e un secondo da concludersi a maggio dall’anno prossimo, così da non farsi trovare impreparate alla prova costume».