Numerose sono le patologie comuni nella donna come la dismenorrea, il dolore cronico pelvico da endometriosi, la sindrome del colon irritabile, l’emicrania e la fibromialgia che non sempre sono facilmente trattabili. In questi frangenti le donne hanno un’intensità di dolore superiore rispetto al sesso maschile e sono più inclini a sviluppare depressione, ma il lato oscuro di questo scenario è che nelle donne il sintomo doloroso non viene ancora sufficientemente diagnosticato e trattato in maniera adeguata. È quanto emerge dal 14° Congresso nazionale dell’Area Culturale medicina del dolore e cure palliative-Siaarti di Napoli, che ha visto il confronto tra esperti del settore.
«Nonostante il sesso femminile sia più frequentemente soggetto a condizioni cliniche caratterizzate da dolore cronico - afferma Rita Melotti, direttore della Scuola di specializzazione in Anestesia, rianimazione e terapia intensiva del dolore all’Università di Bologna - questo è spesso misconosciuto e non adeguatamente trattato. L’impatto globale di una mancata diagnosi e di uno sviluppo di un piano terapeutico non efficace nel sesso femminile è significativo. Infatti, una donna di casa su due lamenta nell’arco della propria vita un dolore "cronico".
Le differenze ormonali e anatomiche sono importanti per spiegare la maggior prevalenza di dolore cronico nel sesso femminile. «Basti pensare - spiega Rita Melotti - che la somministrazione di estrogeni, sia nelle donne sia negli uomini, aumenta il rischio di dolore cronico mostrando un’azione iperalgesica. La dismenorrea è condizione comune soprattutto nelle adolescenti e nelle giovani adulte, affliggendo il 40-90% delle donne e risultando estremamente dolorosa nel 15% dei casi. Lo stesso dolore cronico pelvico non di natura mestruale è dovuto frequentemente a condizioni ginecologiche. Negli Usa il dolore cronico pelvico rappresenta nel 10-15% dei casi l’indicazione ad isterectomia. Un’altra problematica che affligge il sesso femminile è il dolore vulvare (vulvodinia) che colpisce fino al 18% delle donne e che può essere riportata come una sensazione di bruciore che persiste nel tempo. Il dolore riferito alla schiena e al cingolo pelvico durante la gravidanza porta circa un quarto di tutte le donne gravide a richiedere una valutazione e/o un trattamento medico. Tale problematica si protrae nel 25% dei casi nel postpartum risultando severa nel 5% dei casi».
Insomma, al contrario di quanto comunemente creduto, le donne hanno una soglia e una tolleranza al dolore inferiore rispetto al sesso maschile. Probabilmente le condizioni psicosociali e considerare "normale" la percezione del dolore in determinate circostanze come il travaglio di parto, dove il 95% delle donne lamenta dolore, ha portato a considerare il sesso femminile più tollerante allo stimolo doloroso. Ma così sembra non essere.