È la delibera n. 691 dello scorso 2 aprile 2015, emessa dalla Giunta della Regione Puglia sull’istituzione della rete regionale dei centri di assistenza reumatologica, a sancire che solo nei centri di riferimento regionali o nei centri primari definiti "Hub" è possibile la prescrizione dei farmaci biologici e che, all’interno di questi, solo gli specialisti in reumatologia possono prescriverli. Si tratta di farmaci in grado consentire un miglior controllo di patologie invalidanti e di grande impatto sociale come l’artrite idiopatica giovanile, nei casi refrattari ai farmaci tradizionali.
«Questo significa che i pediatri reumatologi, che sono specialisti in pediatria e gestiscono centri Hub, se non possiedono la seconda specializzazione in reumatologia non possono prescrivere i farmaci biologici» afferma Antonella Celano, presidente dell’Associazione persone con malattie reumatiche (Apmar). «Una situazione paradossale nella quale i bambini reumatici e le loro famiglie si ritroverebbero a non essere più assistiti come lo sono attualmente».
Con tale decisione la Regione Puglia, se da un lato inserisce correttamente i centri pediatrici tra i centri di riferimento della rete reumatologica, dall’altro però non li giudica adatti alla prescrizione dei farmaci biologici considerando come criterio essenziale la specializzazione in reumatologia, come se il pediatra reumatologo fosse inadeguato a scegliere la modalità e il tipo di farmaco biologico che deve essere prescritto al paziente preso in carico fino ad allora.
«Il pediatra reumatologo - conclude Celano - deve pertanto demandare la prescrizione ad un reumatologo che non conosce il paziente e che, pur non avendo competenze pediatriche, sceglierà e prescriverà il farmaco biologico. Uno scenario che rende più difficile il lavoro dei pediatri reumatologi a discapito della qualità dell’assistenza e dei bambini reumatici».